Roma, 22 dicembre 2025 – “Il rendimento economico e l’interesse collettivo non coincidono automaticamente e sarebbe ipocrita affermarlo. La missione che ci è stata consegnata consiste proprio nel coniugare efficienza economica e utilità sociale. Lo facciamo con una regola semplice ma rigorosa: nessun progetto è sostenibile se non sta in piedi economicamente, ma nessun progetto è percorribile se ignora l’impatto sul territorio e sulle persone che lo abitano. Amministrare bene ciò che ci è affidato, senza sprechi, sapendo che il patrimonio pubblico non è un fine in sé, ma uno strumento al servizio della comunità. E può, anzi deve, creare valore economico e sociale”.
Così Stefano Scalera, Amministratore Delegato di Invimit SGR, intervistato da L’Osservatore Romano sul tema dell’abitare e sul lavoro svolto dalla società detenuta dal MEF che si occupa della valorizzazione e rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico.
“Il piano di investimenti – continua l’AD – che il legislatore ha indicato è subordinato alle risorse che gli enti di previdenza metteranno a disposizione della SGR ed è concentrato lì dove il mercato da solo non riesce a dare risposte adeguate. Crediamo che gli investitori pubblici (Inail e Inps in primis) ci seguiranno, anche perché si tratta di priorità condivise. Parliamo di housing accessibile alle giovani coppie e alle famiglie monoreddito, di studentati e di infrastrutture sociali come le silver house”.
E in merito al ruolo della finanza privata in questi processi: “Il problema non è attirare capitali, ma decidere gli obiettivi sui quali coinvolgerli. Qui ricade una responsabilità etica forte: non tutto ciò che è redditizio è “giusto”, ma nulla di “giusto” è sostenibile se è economicamente sbagliato. Operare in questi confini è difficile, ma è il nostro compito. In Italia come anche in Europa c’è grande disponibilità di immobili, ma le condizioni di mercato sono inaccessibili a una fetta sempre più consistente di cittadini. A che punto sono i lavori per la costituzione di un fondo dedicato alla casa? E come dovrebbe funzionare? Il problema abitativo in Italia è complesso e richiede una serie di misure di politica economica. In sede di Cabina di regia sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico — al MEF e con il Dipartimento Economia — stiamo lavorando ad un modello che preveda canoni sostenibili (cioè non superiori al 30% del reddito familiare), costi di gestione sotto controllo e una forte sinergia con i territori. Serve però la collaborazione di tutti. Se gli enti pubblici offrono il loro supporto, noi possiamo dare un contributo a risolvere il problema. Non assistenzialismo, ma accesso”.